È conosciuta come l’«estate di San Martino» perché le temperature dovrebbero essere più miti del solito, ma l’11 novembre, proprio in ricordo del Santo, è soprattutto la giornata nazionale delle Cure Palliative, di cui San Martino è, appunto, il patrono. Il termine «palliative» deriva, infatti, da pallium, il mantello che porse a un viandante infreddolito, simbolo dell’assistenza e della cura.
La giornata di sensibilizzazione serve per accendere i riflettori sul valore di questa assistenza, sancita dalla Legge 38/2010, ma la cui applicazione resta insufficiente e disomogenea sul territorio nazionale.
In questa giornata sono tante le iniziative per diffondere il messaggio delle cure palliative. La Federazione Cure Palliative (Fcp), ente al quale sono affiliati altri 113 enti del Terzo Settore impegnati nelle cure palliative, lancia la campagna di comunicazione «Semplicemente, Vita», progetto fotografico firmato da Guido Harari. Gli scatti, perlopiù in bianco e nero, conducono nel mondo di chi si trova ad affrontare un percorso di cure palliative: persone assistite, familiari, medici, sanitari e volontari ritratti nei luoghi di cura.
La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), insieme alle principali società scientifiche, associazioni e fondazioni nell’ambito della geriatria, medicina interna, cure palliative e assistenza socio-sanitaria, per riconoscere e misurare i bisogni di cure palliative, lancia la prima e più ampia indagine sullo stato delle cure palliative in ospedali e residenze per anziani (Rsa).
Asp ha affrontato il tema delle cure palliative con corsi di formazione sul campo per coordinatori infermieri e responsabili delle strutture per anziani.
Il futuro delle cure palliative deve essere tempo di qualità di vita, per prendersi cura della persona nella sua dignità e nel suo contesto per poter gestire dolore, spiritualità, socialità, psicologia.
Perché curare è ascoltare e accompagnare: un modo di toccare la vita che va oltre la malattia.
