Otto edizioni che hanno coinvolto oltre 250 operatori di ambito socio-educativo e socio-assistenziale dei servizi pubblici e del privato sociale della città, che hanno generato, attraverso la sperimentazione, numerosi progetti collaterali a favore di oltre 500 persone con vulnerabilità. Sono i numeri del progetto “L’arte Mi Appartiene”, la metodologia di welfare culturale nata dalla collaborazione tra Fondazione Palazzo Magnani e Farmacie Comunali Riunite nell’ambito delle politiche di welfare culturale dall’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia attraverso Reggio Emilia Città Senza Barriere.
Si tratta quindi di un metodo costruito sul campo, capace di generare innovazione sociale e culturale, che diventa una pubblicazione in cui si racconta l’intreccio virtuoso tra arte e welfare, pratica e riflessione, per offrire approcci trasformativi alle sfide quotidiane di vita delle persone e delle comunità. Il volume omonimo “L’Arte Mi Appartiene” è infatti realizzato per rendere disponibile questo patrimonio di esperienze, saperi e riflessioni, ma è anche una guida pratica al fare socio-educativo attraverso l’arte; un libro per comprendere, ragionare e pensare, ma anche per fare, emozionarsi e ascoltare.
L’Arte mi Appartiene è un percorso di bellezza e benessere che ha coinvolto nel corso degli anni anche gli anziani e gli operatori di ASP. Si è trattato di un’opportunità per le animatrici dei servizi che ha offerto spunti per la creazione di nuove iniziative destinate agli ospiti e ha fornito strumenti per offrire continui stimoli e nuove esperienze.
L’occasione per presentare il volume, il percorso che ne ha portato alla realizzazione e gli impatti che ha saputo generare sia sul benessere dei partecipanti, che sulle organizzazioni coinvolte e sulle policy cittadine, è un incontro in programma il 30 settembre, dalle ore 14.30 ai Chiostri di San Pietro: un pomeriggio dedicato al racconto delle esperienze e della metodologia attraverso le parole di chi ha partecipato al progetto e un ricco parterre di esperti.
L’appuntamento è organizzato in due diversi momenti. Dalle 14.30 è prevista una prima sessione di lavoro rivolta a professionisti e professioniste dei settori culturale e socio-educativo, ma aperta anche a chi desidera approfondire il tema dell’intreccio tra arte e welfare.
In apertura sono previsti i saluti istituzionali dell’assessora alla Cura delle persone Annalisa Rabitti, del presidente di Fondazione Palazzo Magnani Maurizio Corradini e del presidente di Fcr Andrea Capelli. A seguire è in programma una tavola rotonda con ospiti e protagonisti del settore, che dialogheranno sulla struttura di questa metodologia innovativa, su come realizza l’intreccio tra arte e welfare, ma anche sugli impatti generati rispetto al benessere dei fruitori, che è stato testato attraverso un approccio di ricerca e misurazione specifico; saranno inoltre oggetto di discussione gli impatti che la metodologia ha prodotto sulle organizzazioni e sui sistemi di servizi coinvolti, ma anche il potenziale generativo sulle policy cittadine. Saranno presenti lo psicosociologo e formatore Ennio Ripamonti, la ricercatrice dell’Università di Chieti-Pescara Sara Uboldi, il responsabile dell’Area Servizi alla Persona di Fcr Leonardo Morsiani, il direttore di Fondazione Palazzo Magnani Davide Zanichelli e la professoressa ordinaria di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Bologna Roberta Paltrinieri. Il dibattito sarà moderato dal professore di processi culturali e comunicativi Massimiliano Panarari, di Unimore.
A seguire, dalle 16.30, è previsto un secondo momento aperto a tutta la cittadinanza, in cui sarà presentato il libro nella sua struttura e modalità d’uso attraverso le parole e le esperienze di Veronica Ceinar e Lisa Bigliardi dell’Area Welfare di Fcr e di Rosa Di Lecce e Ilaria Gentilini di Fondazione Palazzo Magnani, che negli anni hanno condotto l’esperienza e guidato la costruzione del metodo. In questo racconto a più voci sarà possibile esplorare un’area sonora, per ascoltare le esperienze degli operatori che negli anni hanno partecipato ai percorsi de “L’ Arte Mi Appartiene” e scoprire la mostra di Camilla Marrese, le cui opere sono state utilizzate come base artistica nella pubblicazione.
“Con ‘L’Arte Mi Appartiene’ – dice l’assessora alla Cura delle persone Annalisa Rabitti – abbiamo mischiato e si sono messe in gioco diverse professionalità, scoprendo sensibilità sociali negli operatori che si occupano di cultura e abilità culturali in quelli che si occupano del sociale. Abbiamo scoperto inaspettate competenze artistiche in persone che fino a quel momento avevamo coinvolto solo come utenti dei servizi. In questo percorso noi stessi e le tutte le persone coinvolte siamo cambiati profondamente, e lo abbiamo fatto assieme influenzandoci a vicenda e imparando a vedere le cose da punti di vista diversi. Oggi quella che presentiamo con questo volume è proprio l’eredità preziosa frutto di questo percorso, che non dobbiamo disperdere per continuare a sfidarci sui progetti del welfare culturale con questo nuovo sguardo ricco e complesso”
“Con la finalità di promuovere un approccio integrale alla salute ed al benessere delle cittadine e dei cittadini – dice il presidente di Fcr Andrea Capelli – Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia ha avviato negli ultimi anni una vasta azione di partnership con le Istituzioni culturali del territorio, sostenendo e collaborando allo sviluppo di un agire sociale innovativo e intersettoriale, nella comune convinzione che l’arte possa e debba avere un ruolo fondamentale nel percorso di affiancamento, recupero o trasformazione della salute, del disagio e della fragilità.
“La pubblicazione dedicata all’approccio ‘L’arte mi appartiene’ – dice il direttore di Fondazione Palazzo Magnani Davide Zanichelli – è un traguardo che ci consente di mettere un punto fermo in una riflessione durata otto anni e, insieme, un trampolino per proiettare le nostre idee in un discorso pubblico che sta crescendo con sempre maggiore consapevolezza. L’intuizione della salutogenesi come paradigma fondante l’interazione tra arte e salute è destinata nei prossimi anni ad estendere i suoi riflessi su tanti aspetti della vita delle persone e delle comunità”.
Il volume
“L’Arte Mi Appartiene” è una metodologia esperienziale che consente di utilizzare l’arte come strumento socio-educativo di pensiero e d’azione per lo sviluppo di abilità e competenze del singolo e della comunità, per riflettere sulle sfide quotidiane che trasformano il tessuto sociale, il vivere collettivo e incidono sulle vite di ciascuno.
Grazie al manuale – che può essere letto da entrambe le parti, scegliendo il verso da cui si preferisce iniziare – è possibile esplorare il metodo attraverso due percorsi: uno, dal nome “Comprendere”, volto ad approfondirne gli aspetti teorici e gli impatti sul benessere dei singoli, sulle organizzazioni e sulle policy cittadine; l’altro, “Sperimentare”, focalizzato sull’esperienza emotiva e pratica, in cui si viene guidati passo dopo passo nell’applicazione della metodologia a partire da un caso reale, quello della mostra fotografica di Camilla Marrese realizzata per l’edizione 2024 di Fotografia Europea.
Nei lembi di copertina sono inoltre allegati 4 poster a supporto della metodologia, per sperimentare direttamente e approfondire i passaggi metodologici, per assumere la visione di welfare culturale che ha guidato l’esperienza e per visualizzare gli impatti prodotti sul sistema territoriale di servizi.
Il metodo
Da un punto di vista progettuale “L’Arte Mi Appartiene” nasce nel 2017, a partire da un protocollo d’intesa fra Fondazione Palazzo Magnani e Farmacie Comunali Riunite con lo scopo di sviluppare attività rivolte a operatori dei servizi sociosanitari e educativi, grazie alla collaborazione tra operatrici culturali ed esperte di progettazione socio-pedagogica. L’idea centrale è quella di una collaborazione stabile, continuativa e sistematica, che tenga insieme e ibridi competenze di mondi diversi – sociale, educativo, artistico e culturale – sviluppando un’idea di welfare culturale in grado di ampliare le possibilità di fruizione e accessibilità alle mostre, e più in generale all’arte, ma anche di utilizzare l’arte stessa per meglio declinare l’intervento educativo e di supporto allo sviluppo di abilità e competenze dei singoli, dei gruppi e delle comunità.
La co-progettazione è stata lo strumento attraverso cui sono state realizzate le diverse edizioni del progetto, e ha visto il coinvolgimento di tutta la rete di partner – con oltre 250 operatori dei servizi pubblici e del privato sociale della città – già dalle prime fasi di ideazione delle azioni, delle tematiche, dei percorsi e delle modalità.
In questo percorso, l’ottica è stata quella della sperimentazione continua, con una costante valutazione dell’andamento dell’approccio sul campo, per trovare formule praticabili dagli operatori di questi diversi ambiti.
Nella pratica congiunta, in seno alle politiche di Reggio Emilia Città Senza Barriere, su mandato del Comune di Reggio Emilia, Fcr e Fondazione Palazzo Magnani hanno quindi costruito e sperimentato insieme agli attori di terzo settore una pratica metodologica originale, quella appunto presentata nel volume “L’Arte Mi Appartiene”, che integra metodi attivi di conduzione dei gruppi, aspetti culturali/artistici delle mostre e dei festival promossi con esigenze socio-educative rilevate nel territorio.
La metodologia è ampiamente sperimentata, replicabile (in quanto viene utilizzata anche dagli operatori per accompagnare le persone che fruiscono dei servizi), scalabile in altri territori e rispetto a differenti tipologie di target (è stata già sperimentata su operatori socio-educativi e socio-sanitari, persone con vulnerabilità, comunicatori, aziende nell’ambito di percorsi di change management o benessere organizzativo), oltre ad essere stata valutata in termini di benessere prodotto sui beneficiari.