Formazione – La cultura delle cure palliative come educazione alla vita

Mercoledì 29 novembre presso il Villaggio Dossetti si è svolto il corso di formazione sul campo per coordinatori infermieri e responsabili delle strutture per anziani di Asp “La cultura delle cure palliative come educazione alla vita”, tenuto da professionisti dell’Associazione Zero K.

Ha aperto la mattinata l’Assessore a Bilancio e Welfare del Comune di Reggio Emilia Daniele Marchi ricordando l’importanza di questi incontri sotto il profilo umano ed esistenziale e la sensibilità di pensare e progettare corsi per la cura del personale che opera nelle strutture, perché – Il lavoro di cura va curato-.

Mariella Martini, Presidente di ASP, ha ricordato il sostegno concreto del Comune di Reggio Emilia ad Asp e ha ringraziato l’Associazione Zero K per aver colto l’opportunità di approfondire il tema delle cure palliative nel nostro contesto.

Una formazione, tenuta da Massimiliano Cruciani e dalla dott.ssa medico palliativista Francesca Imonti che ha toccato il cuore collegando la divulgazione formativa alle emozioni, anche grazie a sottofondi musicali che trasformavano le percezioni del pubblico in sonorità, ed esplorando il tema dal punto di vista filosofico ed umano.

Il futuro delle cure palliative deve essere tempo di qualità di vita, senza condizionamenti culturali per prendersi cura della persona nella sua dignità e nel suo contesto per poter gestire dolore, spiritualità, socialità, psicologia. La forza è quella dell’ equipe, di un gruppo multi-professionale di collaboratori composto da operatori, infermieri, medici, responsabili assistenziali, coordinatori, uno stare insieme per condividere l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di ospiti e familiari. Le cure palliative sono un valore e un diritto (L.38/2010) che offrono vita e dignità al tempo accompagnando malato e famiglia.
Un approccio narrativo per umanizzare sempre di più il processo di cura e di consapevolezza per innescare un cambiamento culturale che prevede alla base l’importanza degli aspetti relazionali e di ascolto.

Con la legge n. 219 del 2017 è stato inoltre introdotto il testamento biologico, conosciuto anche come “DAT – Disposizioni anticipate di trattamento”, una dichiarazione in cui il cittadino può esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari e il Comune di Reggio Emilia ne tiene un registro.

E’ stata una giornata di formazione importante che ha consentito di allargare gli orizzonti di professionisti socio-sanitari, responsabili e operatori, affinché possano riconoscere le sensibilità e sappiano trasmettere la cultura palliativista come un bene per la persona ed un valore sociale.