Venerdì 10 Aprile si è aperto il ciclo di celebrazioni in RETE a ricordo della Festa della Liberazione

Venerdì 10 Aprile si è aperto il ciclo di celebrazioni a ricordo della Festa della Liberazione che si snoderanno lungo un calendario denso di iniziative con proposte che coinvolgeranno il mondo della scuola e l’intero territorio locale.

Nei corridoio e nella sale della casa residenza Villa Le Mimose il Presidente di RETE Raffaele Leoni e Nando Rinaldi, Direttore di Istoreco, hanno aperto la mostra “70 anni di libertà” a testimonianza del 25 Aprile 1945.
 

La mostra, aperta a tutti, è visitabile fino al 10 Maggio e raccoglie immagini, documenti e fotografie di persone e territori di Reggio Emilia collocate in diverse sezioni: la resistenza, la liberazione, le staffette partigiane, la Repubblica e i martiri del 7 luglio 1960.

Alla cerimonia di apertura erano presenti gli anziani ospiti della casa residenza, operatori, animatrici, parenti e due classi di alunni della scuola media Don Pasquino Borghi.

La mattinata, dopo un percorso itinerante tra i dettagli storici ben raccontato da Nando Rinaldi, si è svolta con le riflessioni e i ricordi degli anziani, rievocando episodi e fatti significativi.

E’ intervenuta l’anziana ospite Luisa Motti, che con evidente commozione, ha ricordato la figura di Don Angelo Cocconcelli e la notte della liberazione nel quartiere di San Pellegrino, dove i partigiani erano il popolo, quello stesso popolo che voleva veder finire una guerra che era costata troppe vite. Troppe madri avevano perso i propri figli, c'era tanta voglia di riscatto, voglia di libertà. Luisa ha concluso raccontando il clima che si respirava proprio al momento del ritiro dei tedeschi dalla città – “il rumore di quei passi mi è rimasto per anni nelle orecchie”.

E’ stato poi il turno dell’ospite Marisa Ferrrai che ha raccontato la stessa giornata vissuta da bambina nel quartiere di S. Pietro, ricorda l’arrivo degli americani e i lanci di sigarette, cioccolate e delle chewingum mai viste prima. Racconta di Pippo, che “all’imbrunire puntua­le come ogni sera passava un aereo che tutti chiamavamo Pippo e da quel momento niente luci, tende chiuse, era un coprifuoco e ci si rifugiava nelle cantine o in buchi sotto-terra”.

Poi è stato il turno di Gianna Prandi che simpaticamente ha ricordato il ruolo delle donne, “le staffette”, che comunicavano con i partigiani nascondendo bigliettini con le comunicazioni sotto alla sella della bicicletta.
 

A conclusione di queste toccanti testimonianze una canzone è stata intonata da Franca Casali,, anziana ospite di Villa le Mimose .
I ragazzi presenti, della scuola media di Rivalta, hanno riflettuto con gli anziani, facendo domande e dimostrando curiosità ed interesse.

La mattinata è terminata con la testimonianza di Silvano Franchi, fratello di uno dei martiri del 7 luglio 1960 a Reggio Emilia, ricordando una pagina tragica della nostra storia, la manifestazione di quel giorno e il brutale intervento della Polizia. “Reggio deve essere contenta di avere persone come gli anziani di RETE che trasmettono memorie, e sono felice che studenti siano qui per comprendere l’importanza di non dimenticare, perché è sul passato che si costruisce il nostro futuro. La storia ha il compito di insegnare e dalla storia noi dobbiamo imparare, la storia ci ricorda e deve continuare a farci ricordare i sacrifici di chi ci ha preceduto” – solo attraverso questa conoscenza riusciremo a capire chi siamo, ma soprattutto chi vogliamo essere.
 
Questa giornata ha permesso a tutti di allenare la nostra capacità di ascolto, per conoscere le persone che hanno reso l'Italia la nazione che noi oggi vediamo. Ricordi collettivi preziosi linfa per il futuro dei giovani.

 

 

L'appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé
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(Giorgio Gaber)