“Gli anziani al centro” della visita di una delegazione di studenti americani del consorzio USAC

Gli anziani sognano, creano, hanno energie alternative (l’attesa, la volontà essere utili, di raccontare e insegnare a quelli che sanno meno di loro o sanno troppo, ma dimenticano le cose essenziali), energie che reggono il mondo, la città, il quartiere, la casa.
Lunedì 9 Aprile la casa Residenza per anziani I Tulipani ha aperto le porte a una delegazione di 25 studenti americani guidati dalle professoresse Valentina Bazzarin e Luana Valletta provenienti da diverse facoltà universitarie del Colorado, Missouri, California, Alabama, Utah ospiti presso Usac, un consorzio di università degli Stati Uniti che ha sede anche a Reggio Emilia.
Gli studenti, frequentanti i  corsi universitari in “Cognitive Psychology” e “Aging, an Interdisciplinary Approach”, hanno scelto la casa residenza di ASP tra le strutture pubbliche per anziani, per la qualità del servizio in termini di personalizzazione degli interventi, degli stimoli sociali e relazionali, del coinvolgimento della comunità territoriale, in generale per l’approccio interdisciplinare all’invecchiamento. “Siamo qui per studiare esperienze e scoprire nuovi modi di lavorare e di vivere” hanno detto le professoresse e i ragazzi della delegazione USAC.

ASP, ha avuto sempre tra i suoi obiettivi principali, quello di realizzare luoghi  “in cui si vuole vivere”, con un ambiente caldo e accogliente, dove chi ci vive può trovare entusiasmo e ogni giorno un sorriso. Per realizzare strutture tali, non basta il supporto del personale presente e quindi ecco l’idea di integrare la quotidianità degli anziani con la presenza dei ragazzi, l’una a vantaggio dell’altra.
Grazie a queste semplici esperienze i ragazzi imparano anche a godere delle piccole cose, ad apprezzare quello che la velocità della vita a quell’età non fa osservare, come ad esempio il piacere di ascoltare una canzone insieme, di cucire una coccarda colorata o di disegnare; comprendono l’importanza dell’accudimento, dell’avere un ruolo di responsabilità nella cura dell’altro, riflettono sul senso della vita, e le barriere linguistiche vengono superate dall’empatia. Le cose sono molto più divertenti quando ci sono persone nuove” spiega un’anziana ospite, i ragazzi vengono considerati come dei nipoti, si stimola la curiosità, si ascoltano differenti linguaggi e si creano nuovi legami.

Per gli studenti è stato un modo di acquisire lezioni non solo dai libri, ma dalla viva memoria, attraverso incontri speciali che sono veri e propri scambi reciproci; questi momenti arricchiscono tutti culturalmente e, soprattutto, umanamente, nella speranza di un mondo più aperto all’accoglienza e al rispetto della diversità.

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